Tu sei qui: CronacaRifiuti, i ristoratori chiedono l'autogestione
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 12 febbraio 2003 00:00:00
Niente Tarsu ai ristoranti: è quello che chiedono i ristoratori cavesi, i quali, per fronteggiare gli aumenti vertiginosi della tariffa sui rifiuti solidi urbani, vogliono organizzarsi in consorzio per effettuare autonomamente la raccolta e lo smaltimento dei propri rifiuti, attraverso l'impiego di una ditta specializzata nel settore. A conti fatti, tale operazione farebbe risparmiare notevolmente i consorziati rispetto al tributo comunale, considerato molto più costoso. A giorni l'incontro con i responsabili di settore dell'Amministrazione comunale. Nel mirino l'aumento della Tarsu, tassa sui rifiuti solidi urbani, oggi tariffa, che a fine gennaio 2002 è stata rimodulata. Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub pagano 20,76 euro al metro quadro, mentre per le superfici scoperte la tassa si riduce del 50%. Sono circa 70 i ristoratori cavesi e costituiscono, di fatto, la più importante attività commerciale terziaria della Vallata metelliana. Sono riuniti in un'associazione di categoria ed hanno dato mandato all'avvocato Luciano D'Amato, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori di Cava, di rappresentarli presso l'Amministrazione comunale. «Abbiamo chiesto ancora una volta - dichiara l'avv. D'Amato - di trovare un accordo tra le parti. Crediamo che, ove ci sia la possibilità, grazie all'iniziativa privata, di un concreto risparmio per una categoria di imprenditori, senza ripercussioni per altri, ma con vantaggi non solo per i diretti interessati, ma anche per i clienti, grazie alle ripercussioni positive in termini di prezzi praticati, si debbano trovare delle soluzioni. Sarebbe un grosso incentivo, sempre nell'ottica della città turistica». «Ci riteniamo molto penalizzati - aggiunge Antonio D'Amore, presidente dell'Assoristoratori cavesi - rispetto ai nostri colleghi e concorrenti delle altre città. A Vietri, ma anche in altre città dell'Agro, si arriva a pagare per i rifiuti intorno ai 5 euro al metro quadro; circa 8 euro, invece, a Cetara, così come in altre località della Costiera. Qui a Cava, i piccoli ristoranti sono addirittura penalizzati rispetto agli alberghi, che hanno sale molto più grandi e pagano meno. Si parla tanto di turismo, ma se siamo costretti - sottolinea D'Amore - a pagare tanto in più di tributi rispetto alla concorrenza, è chiaro che ne risentono anche i nostri prezzi, che siamo costretti a tenere alti. Oppure, tenendo a bada i prezzi per non uscire dal mercato, non possiamo permetterci di rinnovare e migliorare i nostri locali e servizi, così come vorremmo». Il progetto per la raccolta e lo smaltimento autonomo è già pronto. Il servizio, realizzato da una ditta specializzata della Costiera, verrebbe a costare ai ristoratori intorno ai 5 euro a metro quadro. Positiva l'accoglienza da parte del Comune. Giovanni Campanile, consigliere delegato ai Tributi e presidente della Commissione Bilancio, dichiara: «Sono d'accordo sulla proposta, sempre che il minor costo dei ristoranti non vada a gravare su altre categorie e sui cittadini. L'accordo potrebbe essere trovato tra Comune, ristoratori e Se.T.A., che, a fronte di un servizio in meno, dovrà ricalcolare al ribasso i propri costi». In sintonia anche l'assessore al ramo, Giovanni Carleo: «Sì all'accordo se c'è la possibilità di un reale controllo sulle quantità di rifiuti effettivamente smaltite nelle discariche autorizzate». La proposta sarà sottoposta al vaglio della Commissione e, se accolta, al definitivo varo da parte del Consiglio comunale, che dovrà modificare l'apposito regolamento.
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