Tu sei qui: CronacaRicorsi Rc auto, spese legali in agguato
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 17 gennaio 2003 00:00:00
Le compagnie assicurative, riunite in un accordo capestro che violava la concorrenza, dovranno risarcire coloro che hanno pagato i premi dal 1995 al 2000. La sentenza della Cassazione apre la strada ai rimborsi, fino al 20% di quanto pagato a una delle 17 compagnie indebitamente accordatesi per tenere alti i prezzi delle polizze Rc auto. Ma attenzione, il ricorso non sempre conviene. Già tanti automobilisti hanno attivato le procedure per chiedere il rimborso dei rincari scattati a cavallo fra il 1995 ed il 2000. Rincari che sia l'Autorità garante della concorrenza che il Tar del Lazio, sia il Consiglio di Stato che, ancora più di recente, la Corte di Cassazione, hanno ritenuto illegittimi, perché determinati da un "cartello" creato tra le varie compagnie, proprio al fine di calmierare, al rialzo, i premi. Se quegli aumenti sono illegittimi - hanno in pratica tirato le somme i consumatori - devono essere restituiti. E siccome di rimborsi automatici proprio non se ne parla, è bene agire in giudizio per recuperare il maltolto. On line è possibile scaricare il modulo da spedire alla propria compagnia e, se questa dovesse fare orecchie da mercante (come, purtroppo, avviene nella stragrande maggioranza dei casi), finanche il ricorso-tipo al Giudice di Pace. «Abbiamo già spedito centinaia di richieste - dice Gaetano Pellegrino, responsabile salernitano dell'Adiconsum - e garantito a tutti coloro che ci chiedono un consulto l'attivazione gratuita della procedura. Non chiediamo neppure l'iscrizione all'Associazione, ma solo la firma di una dichiarazione con cui il ricorrente si impegna ad accollarsi le spese di lite in caso di sentenza negativa». Perché questa cautela? «Perché, purtroppo, tra i Giudici di Pace non c'è ancora unità di vedute e può accadere che due Giudici, sulla stessa materia, si pronuncino in maniera diametralmente opposta. E poi, c'è anche l'atteggiamento delle compagnie da tenere in debito conto». Già, perché anche in presenza di una recentissima sentenza della Cassazione, molte assicurazioni promettono che si opporranno ad ogni istanza di rimborso, sia dinanzi al Giudice di Pace, sia nei gradi successivi di giudizio, cioè in Tribunale (quando si pretendono somme inferiori a 1.032 euro) o alla Corte di Cassazione (per cause di importo superiore). Proprio qui sta l'altra faccia della medaglia: se anche il Giudice di Pace dovesse accogliere l'istanza, bisogna mettere in conto i gradi successivi di giudizio. E se in Tribunale o in Cassazione la sentenza dovesse essere ribaltata, l'automobilista potrebbe vedersi costretto a sborsare ben più di quanto intascato in primo grado, davanti al Giudice di Pace. Questo il consiglio dell'Adiconsum: «Continuiamo a fornire tutta l'assistenza per i rimborsi, ma preferiamo impegnarci fortemente per ottenere uniformità di tariffe su tutto il territorio nazionale». In Campania opera un garante dell'assicurato che segue i ricorsi. Una copia della documentazione può essere inviata agli uffici del Centro Direzionale Isola F, oppure al fax 081 7783837.
ECCO LE 17 COMPAGNIE
Sono 17 le compagnie di assicurazione alle quali è possibile chiedere il rimborso di circa il 20% di quanto pagato tra il 1995 ed il 2000. Si tratta di: Allianz Subalpina, Assitalia, Axa, Azzurritalia, Fondiaria, Gan, Generali, Helvetia, Lloyd Adriatico, Milano, Ras, Reale Mutua, Sai, Toro, Unipol, Winthertur, Zurigo. Per definire l'importo, bisogna sommare i premi dal 1995 al 2000 e calcolare il 20%. Il rimborso va chiesto con lettera raccomandata all'assicurazione, intimando il pagamento entro 10 giorni. Se la compagnia non risponde, bisogna rivolgersi al Giudice di Pace, il ricorso al quale, però, può comunque presentare il rischio di esito negativo e l'eventuale condanna al pagamento delle spese di giudizio.
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