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Cronaca

Ptr, secco no a Salerno

Inserito da Ufficio Comunicazione, Vincenzo Lamberti (admin), martedì 14 marzo 2006 00:00:00

Si è tenuto venerdì scorso, presso il Social Tennis Club di Cava de'Tirreni, il convegno "Presente e futuro della nostra città - tavola rotonda sullo sviluppo economico e sociale di Cava de'Tirreni", organizzato dal circolo Giovanni Marcora e dal Gruppo Consiliare Provinciale de "La Margherita". Si è discusso del Piano Territoriale Regionale, approvato in proposta dalla Giunta Regionale della Campania il 25 febbraio 2005, lo strumento di pianificazione urbanistico-infrastrutturale attraverso cui la Regione, mediante la Legge 16, governerà lo sviluppo socio-economico-industriale del proprio territorio per i prossimi decenni.

Dopo la conferenza di pianificazione in Provincia di Salerno, per far sì che le comunità locali e le parti sociali del Salernitano potessero condividere il primo Ptr campano, non come una semplice programmazione calata dall'alto, ma come un Piano suscettibile di modifiche e proposte da parte delle autonomie locali e provinciali prima della sua definitiva approvazione, la Margherita ha inteso aprire un dibattito sul ruolo che la Vallata metelliana recita all'interno della programmazione di sviluppo regionale. Dibattito a cui, oltre ai relatori citati di seguito, hanno preso parte architetti, ingegneri e volti noti dell'industria e del commercio cavese.

Una tavola rotonda tecnica, moderata dall'avv. Francesco Accarino, che ha raggiunto a pieno il suo obiettivo: sensibilizzare il territorio verso le scelte regionali concernenti il suo futuro economico-industriale-infrastruttuarale a lungo e medio termine. Attualmente, Cava de'Tirreni risulta essere inserita nel Sistema Territoriale di Sviluppo di Salerno-Pontecagnano. Le valutazioni politiche sul tema, che hanno comprovato l'impossibilità che il territorio sia incluso in tale ambito, visti i legami naturali, morfologici e storici con la Costa d'Amalfi e lo sviluppo industriale che lo stesso potrebbe ricevere per la propria industria con l'inserimento nel distretto industriale dell'Agro nocerino-sarnese, sono state anticipate da quelle puramente tecniche e giuridiche dell'architetto Catello Bonadia, dirigente dell'Urbanistica di Palazzo S. Agostino, dell'arch. Fabrizio Mangoni di S. Stefano della Facoltà di Architettura della II Università di Napoli, dell'avv. Felice Laudadio della Facoltà di Economia dell'Ateneo di Cassino e del prof. Arch. Alessandro dal Piaz della Facoltà di Architettura dell'Università Federiciana.

«Sono molto soddisfatto della proposta di Piano - dice Mangoni, redattore insieme a Dal Piaz della stessa - perché la Regione è ritornata a pensare insieme alle autonomie locali circa lo sviluppo del territorio. Questo Ptr fornirà le linee ed i caratteri a cui si riferiranno e con cui si armonizzeranno le pianificazioni provinciali e si preoccuperà di aiutare il territorio nelle sue logiche di costruzione di uno sviluppo, strategico nelle politiche territoriali, economico, del paesaggio e delle infrastrutture. Tutti insieme dobbiamo lavorare perché all'interno del Piano ci sia spazio per il commercio, per la ricerca e per la valorizzazione delle risorse della Regione».

Dal Piaz ha aggiunto: «Il Ptr deve essere visto come uno strumento intermedio in un processo che continua e che persegue l'obiettivo di uno sviluppo armonico. Bisogna essere attenti a valutare gli effetti che la proposta di pianificazione ha sul territorio, sulle sue prospettive, sull'ambiente e sulle risorse. Riguardo al territorio di Cava, qualunque possano essere le decisioni ed il suo collocamento in un ambito o in un altro, dico che il Piano non ingesserà il territorio, perché la soluzione scelta dalla Regione non varrà per sempre e non vincolerà il territorio a seguire determinate scelte che lo precludano da ogni possibilità di un successivo diverso sviluppo, anche in contrapposizione con il Piano, perseguito dal Comune».

Ecco l'intervento dell'avv. Felice Laudadio: «Non si può parlare di Ptr senza le autonomie locali, senza verificare gli interessi pubblici e privati e delle parti sociali coinvolte. Lo sviluppo di pianificazione deve partire dal basso. La Regione non deve avere più un ruolo dirigista, ma deve dialogare con tutti gli enti. Pensare che la Regione vada a pianificare nel dettaglio lo sviluppo locale significa violare il ruolo delle autonomie. Il Ptr deve essere visto come idea partecipata».

Dopo quella tecnica, è iniziata la valutazione politica con l'Assessore all'Urbanistica della Provincia di Salerno, Francesco Alfieri: «Il Ptr segna un processo importante nel governo del territorio e ci fa comprendere come la Regione Campania in tale ambito non sia fanalino di coda. Noi, come Provincia, abbiamo avuto delega piena nella pianificazione del territorio, ci siamo dotati di strutture adeguate e stiamo facendo un ottimo lavoro. Però, ora si deve far presto. Non possiamo aspettare una programmazione che potrà risolvere i nostri problemi di sviluppo, visti anche i fondi europei messi a nostra disposizione e tenuto conto dei continui tagli erariali. Il Ptr non ingessa il territorio, ma dà la possibilità ai Comuni di portare avanti delle idee in materia turistica, produttiva e culturale e fa sì di gestire un territorio ampio e variegato, stabilendo delle priorità. Per le infrastrutture di cui la provincia ha bisogno, credo che la programmazione di grandi opere non possa prescindere da opere di urbanizzazione primaria, che ancora mancano in gran parte dei Comuni».

L'analisi politica è continuata con il dott. Napoleone Cioffi, che ha esposto i contenuti presenti nell'allegato documento politico: «La città di Cava non può essere collocata nel distretto di Salerno, con cui deve avere solo un rapporto amministrativo, ma deve intrecciare rapporti con la Costiera e l'Agro nocerino-sarnese. Per fare ciò, la città deve migliorare la sua mobilità attraverso il completamento del sottovia veicolare, deve dare eccellenza al suo polo della ceramica, valorizzando la filiera che parta dalla ricerca creativa, design, e che si sviluppa a partire dalla formazione, dalla produzione e dalla distribuzione di un prodotto unico in Italia ed in Europa. Si deve lavorare, poi, per dare risalto al centro commerciale naturale, cominciando a promuovere il concetto di democrazia urbana (cittadini, tecnici ed ente che lavorano all'assetto urbanistico della città) e riqualificando la città anche attraverso uno sviluppo sostenibile. Cava deve essere inclusa all'interno del sistema territoriale di sviluppo dell'Agro. L'accoglimento di tale richiesta comporterebbe una variazione della matrice».

Il consigliere provinciale Gianpio De Rosa ha rincarato la dose: «La scelta di inserire Cava nel distretto di Salerno è infelice, in quanto relegherebbe Cava al ruolo di periferia del capoluogo. Invece, Cava va inserita in un sistema territoriale di sviluppo in cui le caratterizzazioni produttive e le vocazioni cittadine trovino degna collocazione. Dopo anni di tentennamenti, Cava deve compiere scelte forti, precise e coraggiose in termini di sviluppo e occupazione. Dobbiamo andare con l'Agro, perché qui possiamo trovare le occasioni finanziarie più adeguate».

Luigi Gravagnuolo, candidato sindaco dell'Unione, ha infine dichiarato: «La nostra posizione deve consentirci di scegliere il migliore distretto possibile per far crescere la città. L'immediata soluzione sarebbe quella di essere in un distretto che ci veda con la Costiera. Ma siccome questi luoghi hanno comunque difficoltà, dobbiamo stare attenti e negoziare sulla pianificazione. Andare con Salerno potrebbe compromettere lo sviluppo della città. Dobbiamo valutare con chi stare per il bene della città».

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