Tu sei qui: CronacaPiano movida, i locali nell'area mercatale
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 2 aprile 2003 00:00:00
Per la movida fracassona nasce un piano. Il delegato del sindaco, Antonio Fariello, lo presenterà ai gestori ed alle forze politiche nei prossimi giorni: un'area nella quale concentrare tutte le discoteche. Intanto, in attesa che il piano possa essere realizzato, Fariello incontrerà gli imprenditori degli esercizi pubblici ed il comitato degli utenti per mettere a punto un programma di intese comuni, volte alla salvaguarda degli interessi delle parti. Antonio Fariello ha voluto mantenere fede agli impegni assunti dopo l'assegnazione della delega alla movida da parte del sindaco. Titolare di un esercizio pubblico, uomo pratico e particolarmente attento agli interessi della comunità, Fariello si presenta ai gestori con un piano strategico che aspetta solo di diventare esecutivo. «Il trasferimento delle discoteche, quali il Porky's, il Tex Saloon, l'Aumm Aumm e l'Officina 99, in un'area, come quella mercatale, che andrà a realizzarsi, costituirà la vera ed unica soluzione ai tanti problemi che in questi mesi sono emersi». La zona sarà dotata di tutti i servizi, messi a disposizione del popolo della notte. «Ci rendiamo conto delle difficoltà che si riscontreranno all'inizio, ma credo che Comune e gestori sapranno trovare un'intesa». L'iniziativa potrebbe incontrare forti resistenze, ma l'Amministrazione preferisce scegliere la strada dell'accordo. «È una sfida - sottolinea Fariello - che lanciamo a tutti gli imprenditori. Insieme vinceremo la battaglia, in modo da realizzare la cittadella della movida. Un luogo tutto deputato alla notte, senza più recare disturbo ai residenti». Il cammino è impervio, ma Fariello è convinto della bontà della sua idea: «Alla fine, la ragione e la difesa degli interessi degli imprenditori e degli utenti prevarranno. La creazione di un'area comune per le discoteche potrà costituire una vera e propria attrattiva per la città. Il polo movida, attrezzato a servizi e svago, richiamerà nottambuli da tutta la Regione». Intanto, in attesa che l'area mercatale (il progetto è stato finanziato con il "Patto Costa d'Amalfi") sarà realizzata, è necessario pensare all'oggi, ai problemi che stanno turbando i sonni di utenti e gestori. Finora il dialogo è stato solo tra Amministrazione ed utenti o tra Amministrazione e gestori. Da qui l'iniziativa di Fariello: «Perché non metterli tutti intorno ad un tavolo e cercare di capire fino in fondo le varie problematiche, lavorando insieme per la soluzione e la difesa dei vari interessi?». Nei prossimi giorni partirà la convocazione delle parti, per un esame approfondito della situazione. «Credo che, forse, potremmo rivedere tutto, dagli orari alle disposizioni che riguardano la razionalizzazione dei programmi degli esercizi pubblici, dei pub e delle discoteche», conclude Fariello.
SCETTICI I GESTORI
Perplessi, ma non ostili pregiudizialmente, i gestori delle discoteche. Sono imprenditori, uomini abituati a ragionare sulle cose concrete. Vogliono comprendere la reale portata dell'iniziativa. Pasquale Falcone, titolare del Porky's, non risparmia battute forti: «Credo che sia una vera e propria "boutade". E' la terza, dopo quella del lenzuolo davanti al sole o il traforo di Monte Finestra. Il trasferimento nell'area mercatale può essere solo pensabile, ma non realizzabile. I costi sarebbero elevati e non risolverebbero i problemi, anzi. Cava non ha la struttura urbanistica per simili iniziative. Sarebbe un vero e proprio suicidio». Non si discosta da quest'analisi Damiano Ventimiglia, gestore del "Tex Saloon", che evidenzia il ruolo che le discoteche hanno sull'economia cavese: «Siamo stati i pionieri in Campania ed in tutti questi anni ci siamo distinti per professionalità e capacità di gestione. Nessuno di noi è contrario, ma ci si deve rendere conto che non è facile operare un trasferimento così, su due piedi. Ci sono costi e soprattutto garanzie». Anche Ventimiglia evidenzia che Cava non offre urbanisticamente quelle situazioni che esistono in altre città, particolarmente quelle marine. «Non distruggiamo un patrimonio che è anche un vanto per la città», dicono in coro i gestori.
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