Tu sei qui: CronacaPediatria in tilt, esplode la polemica
Inserito da (admin), giovedì 10 aprile 2003 00:00:00
Il virus dell'influenza mette in ginocchio i reparti di Pediatria: sale, di ora in ora, il numero dei bambini colpiti dalla sindrome gastrointestinale. Mentre il Pronto Soccorso è intasato dalle visite ed i posti letto sono esauriti a causa dei numerosi ricoveri, scoppia un'accesa polemica tra i medici ospedalieri ed i pediatri di base, accusati di non assolvere in pieno ai loro doveri. Primo fra tutti, la reperibilità e le visite domiciliari. Secondo la denuncia, partita dagli "Ospedali Riuniti delle Tre Valli", dove si sono registrati numerosi trasferimenti proprio per carenza di posti, il numero di accessi al Pronto Soccorso ed i conseguenti ricoveri aumenterebbero per la mancanza di filtro da parte dei pediatri di famiglia. E così, in ospedale arriverebbero anche i casi non urgenti. Sull'episodio l'Azienda sanitaria locale ha avviato un'attenta indagine interna. «Non trovo produttivo - spiega Gerardo Citro, direttore del Dipartimento materno-infantile dell'Asl Sa1 - avventurarsi in queste polemiche. Al centro dell'assistenza sanitaria va posta l'utenza. Da mesi abbiamo avviato un progetto d'integrazione con l'istituzione di commissioni di studio, che vede la rappresentanza di medici di base ed ospedalieri. Abbiamo individuato tre fasi, la prima delle quali per promuovere una corretta educazione sanitaria, in modo da far conoscere i servizi, come ed a chi rivolgersi. Stiamo, poi, organizzando percorsi assistenziali e protocolli operativi, individuando nei diversi reparti poli d'eccellenza. Infine, c'è una fase cosiddetta politica, per l'investimento delle risorse umane ed economiche». Gli fa eco Domenico Viggiano, pediatra di base di Cava e membro delle commissioni di studio: «È necessario eliminare i punti critici dell'assistenza pediatrica, cioè gli accessi impropri ospedalieri e delle risorse, l'emigrazione fuori Asl e la discontinuità tra assistenza ospedaliera e territoriale». Più dura la replica della Fimp (Federazione italiana medici pediatri): «È un attacco sterile lanciato all'intera categoria, senza il supporto di casi circostanziati e, dunque, teso a screditare le professionalità di chi lavora». Aggiusta il tiro Giacchino Guerritore, primario ospedaliero dell'Umberto I di Nocera Inferiore, capofila della battaglia: «Non è un'accusa di mancanza di professionalità. Ma è evidente che, specie nel week-end, quando i pediatri di base sono assolti per contratto dai loro doveri, c'è un vuoto d'assistenza».
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