Tu sei qui: CronacaOmicidio Senatore, nuovi scenari
Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 28 ottobre 2003 00:00:00
In primo grado i collaboratori di gustizia avevano fornito versioni contrastanti sul ruolo che Marcello Saggese aveva avuto nell'omicidio di Salvatore Senatore, detto "O' Scarpariello", tanto che i giudici della II Sezione della Corte di Assise di Salerno lo avevano assolto. Nei motivi d'appello, il sostituto procuratore generale Ennio Bonadies ha richiesto la deposizione del collaboratore di giustizia Biagio Archetti proprio su Saggese. Richiesta che, ieri mattina, è stata accolta dai giudici della Corte di Assise di Appello di Salerno, nonostante l'avvocato Antonio Calabrese si sia opposto, ritenendo le dichiarazioni non utilizzabili e stigmatizzando la circostanza che il pentito è stato ritenuto inattendibile dagli stessi giudici di secondo grado. Oltre a Marcello Saggese, nel processo sono imputati Carmine Alfieri, Bruno De Vivo e Luigi Gabola, ai quali i giudici hanno inflitto, rispettivamente, 10 anni di reclusione ai primi due ed 8 anni al terzo. Secondo l'impianto accusatorio, furono i "paganesi" ad ammazzare Salvatore Senatore, trucidato all'interno della sua Fiat Ritmo nei pressi dei prefabbricati della frazione Pregiato di Cava il 7 dicembre del 1987. Ad eseguire la "sentenza di morte", secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, furono Luigi Gabola, Catello De Riso e Marcello Montagna, che esplosero 12 colpi di pistola contro la vittima, raggiunta al capo ed all'addome. Mandanti dell'esecuzione del referente di Cutolo nella città metelliana furono Pasquale Galasso e Carmine Alfieri, all'epoca indiscussi padrini della Nuova Famiglia, l'organizzazione criminale in contrapposizione al clan del professore di Ottaviano. Sul delitto di Senatore, però, sono state fornite dichiarazioni contrastanti. Mario Pepe ha affermato che i colpi furono sparati a distanza ravvicinata, mentre Luigi Gabola ha dichiarato che la vittima fu avvicinata dai suoi assassini a bordo di una motocicletta, dalla quale fecero fuoco. L'assassinio di Salvatore Senatore fu portato a termine con estrema freddezza nei pressi dell'abitazione (i prefabbricati di Pregiato) della vittima. In un primo momento, furono ritenuti responsabili del delitto altri esponenti della malavita, ma poi le stesse dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, anche se spesso contrastanti tra loro, hanno fornito indicazioni diverse.
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