Tu sei qui: CronacaNo Global, Elisabetta Della Corte si difende
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 25 novembre 2002 00:00:00
Da oggi nella Procura di Cosenza c'è un fascicolo in più: un corposo plico che raccoglie i saggi e le pubblicazioni sui fenomeni di massa, dai flussi migratori alla devianza ed alla marginalità giovanile, dall'occupazione alla telematica. Tutti a firma di Elisabetta Della Corte, la 36enne ricercatrice cavese dell'Università delle Calabrie, coinvolta in veste di indagata nell'inchiesta sui No Global. Si affidano anche al suo ruolo professionale, e nello specifico al suo impegno nello studio dei fenomeni sociali, le memorie difensive preparate dall'avvocato Paolo Manna, del Foro calabrese, e dal cavese Giovanni Del Vecchio, difensori della giovane donna nata a Cava, ma da circa dieci anni trasferitasi a Cosenza per ragioni prima di studio, poi di lavoro. Il materiale è stato trasmesso dalla stessa Elisabetta, intenzionata a respingere l'accusa di associazione sovversiva mossale dalla Procura di Cosenza, la quale ha indicato come dovere d'ufficio la sua partecipazione ad adunanze pubbliche, in particolare all'assemblea contestata nell'ordinanza cautelare che ha dato il via agli arresti e, nel caso di Elisabetta, all'iscrizione nel registro degli indagati, con conseguente invio dell'avviso di garanzia. La donna sostiene di aver partecipato a quell'assemblea perché abituata a prendere parte alle numerose e vivaci attività didattiche dell'Ateneo calabrese. Stesso discorso per la sua partecipazione ai grandi raduni dei No Global: per motivi di studio, così come in passato aveva osservato altri fenomeni di massa. Da qui la raccolta dei suoi lavori, catalogati a ritroso nel tempo, partendo dagli ultimi scritti - in attesa di pubblicazione - fino al progetto del Cnr sulla «Distribuzione del reddito e diseguaglianze sociali», lo studio sui Rom a Cosenza e la restante bibliografia. Intanto, nell'Università dove lavora Elisabetta Della Corte, sabato scorso si è svolta l'ennesima, affollatissima assemblea a difesa dei docenti e giovani no global finiti nel mirino della magistratura, come Anna Curcio ed Antonino Campenni, colleghi della professoressa cavese ed anche loro ricercatori al Dipartimento di Sociologia e Scienze Politiche. Da giovedì scorso hanno ottenuto gli arresti domiciliari: una scarcerazione che, dopo la divulgazione del contenuto dell'ordinanza, ha suscitato non poche polemiche. Nei confronti degli indagati è venuta meno l'ipotesi di pericolosità sociale, ma resta confermato il rischio di attività delittuosa: antagonismo e sovversione sociale.
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