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Cronaca

"Nessun furto, un abuso il fermo"

Inserito da (admin), giovedì 26 gennaio 2006 00:00:00

«Ci hanno trattenuto per ore in Questura come dei ladri. È stato un abuso. Avevo pagato di tasca mia ben 50 euro per risarcire i danni». A parlare è Mario Ferrara, 50 anni, commerciante, una passione sfegatata per la Cavese. Domenica scorsa Mario, insieme ad altre 53 persone, era sul pullman fermato dagli agenti della Polstrada di Arezzo, a seguito delle segnalazioni di furto giunte da un autogrill sulla via tra l'Emilia Romagna e la Toscana. «Seguo la Cavese da anni, anche prima della storica stagione in serie B. Sono stato io ad organizzare la trasferta a Reggio Emilia. Sul nostro pullman c'erano ben 54 persone, di cui molte famiglie con bimbi a seguito. È stata una giornata di festa, nonostante la sconfitta della squadra. Dalle prime ore della mattinata abbiamo visitato il centro della città, dove abbiamo avuto modo di incontrarci con i tanti cavesi emigrati al Nord e di pranzare al ristorante. Abbiamo ricevuto un'ottima accoglienza. Da parte nostra ci siamo comportati in maniera encomiabile». Una volta allo stadio la musica non è cambiata. Malgrado la sconfitta di misura, i sostenitori della Cavese - più di mille - hanno continuato ad applaudire la squadra. «Sulla strada di ritorno - racconta Mario - ci siamo fermato al "Fini Grill" di Bisenzio Ovest. Nel piazzale c'erano anche altri pullman ed auto private. Una volta all'interno dell'autogrill, mi sono diretto verso i bagni, mentre i miei compagni di viaggio consumavano un pasto frugale, naturalmente con tanto di scontrino. All'improvviso ho sentito delle urla: era uno dei ragazzi addetti alle vendite». Secondo quanto raccontato da Ferrara, il giovane indicava delle confezioni di caramelle, patatine e lattine di bibite che erano state aperte furtivamente. «Poteva essere stato chiunque - continua - ma per evitare questioni, le ho pagato di tasca mia. Alla cassa mi hanno rilasciato anche lo scontrino. Eppure, dopo pochi minuti sono arrivati gli agenti della Polstrada e ci hanno portato ad Arezzo in Questura». Qui la comitiva dei tifosi è rimasta in stato di fermo per ben tre ore. «È scoppiata una discussione perché si trattava di un fermo illegittimo. Io stesso mi sono fatto identificare ed ho chiesto che venissero perquisiti il pullman ed i passeggeri. Gli agenti non hanno trovato niente. Ieri sono stato ascoltato anche dagli agenti della Polizia di Cava. Ho ripetuto la mia versione ed ho mostrato lo scontrino di 50 euro: la prova che avevo pagato il presunto furto».

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