Tu sei qui: CronacaMillenario Abbazia, polemiche e progetti
Inserito da (admin), giovedì 15 novembre 2007 00:00:00
Il Millenario dell'Abbazia, gli ambiziosi progetti dell'Amministrazione, le difficoltà legate all'ostracismo di alcune "fazioni politiche". Questo ed altro ancora in un'intervista rilasciata a "La Repubblica" dal sindaco di Cava de'Tirreni, Luigi Gravagnuolo. Leggiamola insieme. Con l'invito ad esprimere la propria opinione, oltre che su ilPortico.it, anche e soprattutto sul sito web del prestigioso quotidiano nazionale, sul quale il forum dedicato all'argomento resterà attivo per una settimana. Per scrivere un commento basterà registrarsi gratuitamente. Ecco l'articolo pubblicato da "La Repubblica":
Dal bar sotto i portici si guarda lontano. Fino al 2011. Tra Cava e il suo futuro passano quattro anni e questa intervista. «Ci giochiamo tutto, capisce?» domanda Luigi Gravagnuolo, il sindaco. Ambizioso e preoccupato. Sabato nell'inferno delle elezioni del Pd campano si ricordano anche le sue urla. Una requisitoria violenta: dalla sanità ai rifiuti, c'era De Mita ma non Bassolino, rabbia finta o emozione sincera, chissà. Basta ascoltarlo ora, ecco la verità. Teme che vi sia un sabotaggio, che Cava de'Tirreni non possa riesplodere come tanto tempo fa. «Un approccio scandaloso ho avuto nel presentare il Millenario. Ho fondato motivo di ritenere che logiche correntizie, logiche che io respingo, facciano scontare alla città le posizioni personali del suo sindaco. Le spiego tutto».
Sindaco, da dove partiamo? «Se mi dà un foglio e la penna, è più chiaro». Disegna sul tovagliolo del bar. È stato docente di "Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico" all'Università di Salerno. Se la lezione era questa, meglio che abbia smesso. Consulente di enti e aziende, direttore generale dei Comuni di Baronissi e Salerno. Dove si è legato molto a Vincenzo De Luca, acerrimo nemico di Bassolino. «De Luca è un grande sindaco. Non ho la sua tempra, ma condivido il suo metodo di gestione nel risolvere i problemi».
Che sta disegnando, sindaco? «Cava nell'antichità era attraversata dalla Regio-Capuam. Era su questa grande direttrice, in una valle tra i monti Lattari e Picentini, tra il golfo di Salerno e Castellammare. Era una stazione importante. Fino all'epoca delle auto, si andava a Ravello con il mulo. Un avamposto centrale. Turismo, soggiorno, servizi. Con la Nola-Salerno a tre corsie, Cava è stata tagliata fuori. Il declino è cominciato nel 1970. Progressivo. Le industrie si sono fermate, agricoltura e manifattura del tabacco sono in crisi. Edifici e opifici meravigliosi vuoti».
Che pensa di fare? «L'isolamento dev'essere una fonte di crescita. Parlare di industria sarebbe contro la storia. Parliamo d'altro: il fascino di un ambiente pulito, silenzioso, con fruizione dei tanti beni monumentali. Sicurezza e coesione sociale. Cava deve ritrovare il suo ruolo in chiave moderna: quindi, turismo culturale. Ricollegarsi alla costiera amalfitana e a Ravello. Il progetto è: "Cava città di qualità". Una scadenza ci dà forza. L'abbazia fu fondata nel 1011. Ci siamo: 2011, fra quattro anni celebriamo il millenario. Con "Cava 2011" abbiamo un programma che comincia l'8 settembre del 2010 per finire il 31 dicembre del 2011. Voglio portare a Cava le più grandi personalità della politica e della cultura in Europa. Incontri, manifestazioni, mostre...».
L'abbazia benedettina fu fondata da Sant'Alferio. Ambasciatore del principe di Salerno. Ogni riferimento a Gravagnuolo e De Luca, come ironizzano a Cava, è più banale che casuale. Riprende il sindaco. «Il Millenario coincide con un traguardo volante della nostra città. Non a caso, Sant'Alferio ha ispirato il logo. Lo abbiamo cercato con un bando di gara pubblicato su "El Pais", "Times", oltre che su "Repubblica" e "Corriere della sera". In commissione il presidente Till Neuberg, svizzero, e l'olandese Michel De Boer. Ha vinto un'immagine di Sant'Alferio il cui corpo in una visione onirica diventa Cava».
Tutto chiaro, ma c'entrano i veleni politici del Pd? «Bisogna recuperare fabbriche dismesse, edifici antichi e vuoti. Siamo legati al Put, piano urbanistico territoriale, con Amalfi. Io chiedo di rivedere gli spazi in base alla legge regionale Di Lello. Ora c'è un vano per abitante, facciamo 0.75. Nel terziario chiedo non 3, ma 4 metri quadri per abitante. Tutto qui. Bisogna cambiare la destinazione di uso per risorgere con alberghi di lusso, ritrovi, gallerie commerciali».
Gravagnuolo crede nei privati. «Sono pronti 100 milioni di investimenti, 60 almeno di sovvenzione pubblica, io punto alla fine su 250 milioni. Ma... ». Ma? «Non riesco a parlare con Bassolino. Mi ha convocato una sola volta con il sindaco di Vietri per la crisi della ceramica. Ma succede di peggio. Gli ex diessini vicini a Bassolino neanche mi parlano: Cozzolino, la D'Amelio... Porte aperte invece con Cundari, Di Lello, Abbamonte, Nocera, Gabriele... Io non mi fermo. Io rivendico la mia libertà di pensare e come sindaco rivendico il diritto della mia città a non pagare il prezzo della mia collocazione nel dibattito del partito».
Il punto del sindaco Luigi Gravagnuolo
Leggo il bel reportage su Cava 2011, credo sia doveroso da parte mia informare degli sviluppi dei rapporti con la Regione successivi al momento del rilascio dell'intervista. Il 13 novembre si è tenuta ad Urbanistica regionale una riunione tecnica sul nostro piano di sviluppo locale. Era una riunione per l'appunto tecnica, quindi non c'era la parte politica della Regione, ma solo la delegazione amministrativa, presieduta dalla dott.ssa Maria Adinolfi, dirigente del settore.
Per il Comune di Cava, viceversa, oltre ai tecnici, era presente anche l'assessora alla Qualità del Disegno Urbano, avv. Rossana Lamberti. Quest'ultima mi ha informato del clima costruttivo riscontrato, dell'attenzione prestataci e della conclusione condivisa relativa ad un grande apprezzamento di merito del nostro progetto. La dott.ssa Adinolfi ha manifestato l'intenzione della Regione di offrire ampia collaborazione alla città di Cava nell'adozione delle più opportune procedure urbanistiche propedeutiche anche all'erogazione dei fondi 2007/2013. Ha altresì aggiunto che di ciò era a conoscenza la Presidenza della Regione, che ne condivideva l'impostazione.
Tanto per doverosa onestà intellettuale.
Ma che dice la città?
Flora Calvanese guida l'opposizione interna a Cava. Ex deputato ed ex assessore all'urbanistica diessina, preparò il piano regolare in ragione del Put. «Se vogliamo alberghi e terziario è una bella idea. Se sono scelte camuffate per costruire appartamenti no. La Manifattura dei tabacchi prevede alloggi alle spalle di un piccolo albergo con poche camere. Chiediamo trasparenza e confronto con la città delle sedi giuste, niente segrete stanze».
In perfetto contrasto gli imprenditori. Dice Antonio Della Monica, patron della Cavese Calcio, catena negozi "Despar": «La mia famiglia punta sull'ex Di Mauro, le Arti Grafiche. Per farne il centro direzionale della società, area commerciale e parcheggi al servizio della città. Chi investe, deve garantire parcheggi e ricettività».
Dall'alto della badia, parla Benedetto Mario Salvatore Chianetta. L'abate. «Nel 2011 punteremo su impegno spirituale, sul restauro architettonico e sui quadri della scuola del Caravaggio e Raffaello, grandi opere dal ‘400 al ‘700. La figura di Sant'Alferio ricorda la nascita di Cava, scelta quale suo eremo nella sommità. Era a Luny di ritorno da un viaggio in Francia come ambasciatore del principe Guaimario di Salerno. Si ammalò e guarì in un santuario benedettino, decise di diventare sacerdote ed eremita. Nacque Cava». Il Millenario può davvero farla rinascere, come spiega il sindaco? L'abate è al telefono. S'indovina il volto. «Se possibile, se ne giovano tutti».
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