Tu sei qui: CronacaLa vicenda di Grazia Biondi, cronaca di uno sfratto esecutivo
Inserito da (Redazione), venerdì 19 aprile 2019 09:29:49
Di Patrizia Reso
Di fronte a noi, nel parcheggio in località Saragnano, una station wagon vecchio tipo, stracolma di pacchi, di coperte che si sforzavano di coprire il tutto.
In quei pacchi vi era compressa la vita di Grazia. Sì, Grazia Biondi, la donna che ha avuto la forza di sopravvivere e il coraggio di denunciare la violenza domestica, quella subdola, celata dalle belle apparenze e da quegli agi che le sono stati contestati anche in varie occasioni processuali, quasi come se "una bella vita" dovesse silenziare soprusi, abusi, vessazioni quotidiane.
"Stasera dove vai a dormire?"
"Da Anna Maria - così Grazia, con un sorriso disarmante e lo sguardo riconoscente - Stasera da Anna Maria, domani non so, si vedrà. Mi hanno chiamata in tante, anche da Roma, da Milano... Oggi so solo una cosa: non sono sola!"
Grazia non smette di ringraziare le donne che le hanno manifestato solidarietà e sorellanza. E' pronta ad andare via da quella casa anche sua, in cui i suoi genitori hanno investito i propri averi, perché c'è un ufficiale giudiziario pronto ad intervenire tra un paio d'ore.
Abbiamo deciso di non lasciarla sola. Ci siamo anche noi. Nel Caso, possiamo essere utili per trasportare qualcos'altro.
Anna Maria, altra battagliera. Un'altra donna che da sola ha affrontato il fenomeno del randagismo a Baronissi: "Anche i cani hanno un cuore che batte e non vanno abbandonati".
Le solitudini si incontrano e fanno rete. Una rete fitta tra donne che si riconoscono nelle numerose ingiustizie che si sono radicalizzate nei pensieri, nei comportamenti, nelle professioni! In modo profondo e finiscono per generare altre ingiustizie.
"Mi possono portare via tutto, ma nessuno mi porterà via i miei valori, la mia dignità. Non mi sono mai sporcata. Non mi sono mai nascosta dietro la mia invalidità".
Oggi però dobbiamo dirlo, è giusto che si sappia che Grazia ha anche una patologia molto seria e, nonostante tutto, su di lei incombe lo sfratto esecutivo.
Andiamo tutte. Abbiamo deciso: non entreremo, resteremo fuori, ma Grazia deve sapere che ci siamo.
La calura primaverile incalza, ma tra una chiacchiera e una risata si fanno le 15.00. Assistiamo, mute e inattive, all'arrivo di diverse persone. Non sappiamo chi siano. Di sicuro tra questa persone c'è l'ex marito e il figlio, nato dal suo primo matrimonio. Stamattina abbiamo saputo che Grazia è stata la sua terza moglie. Quest'uomo ha al suo attivo ben tre separazioni. La seconda, i cui atti sono stati archiviati, sembra essere la fotocopia di quella di Grazia, ma qui ci sono altri due figli. Grazia non ha avuto figli, particolare non irrilevante.
Arriva anche una squadra di operai, deputati molto probabilmente al cambio delle serrature. Uno di loro infatti è fabbro.
Tutte queste persone ci guardano, ci osservano. Forse qualcuno scatta qualche foto. Qualcuna di noi invece riesce a percepire delle frasi non propriamente urbane relative a noi, frutto sempre di quella cultura patriarcale e sessista che ci domina. Siamo superiori e tacciamo, anche e soprattutto per tutelare Grazia.
Passano le ore nell'arsura pomeridiana. Molte di noi hanno fame: non abbiamo pensato a portare un panino o un biscotto, solo Santa propone delle gallette di riso che non ci entusiasmano.
Il silenzio diventa opprimente: non sappiamo cosa avviene dietro quel cancello, dentro quei muri, cosa si dicono. Abbiamo continuato ad aspettare, finché non abbiamo visto gli operai andare via. In noi si è accesa una speranza. Finalmente arriva un WhatsApp: Sospensiva. Ci guardiamo e sorridiamo, facciamo il passaparola. La speranza si concretizza.
Grazia Biondi ha ottenuto una sospensiva dello sfratto esecutivo fino a giugno.
C'è tempo per lavorare.
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