Tu sei qui: CronacaL'ultimo abbraccio a Sabatino
Inserito da (admin), lunedì 2 agosto 2004 00:00:00
La città ha dato l'estremo saluto a Sabatino Gemini Furore, vittima di un pauroso incidente nella serata di martedì scorso. La salma, giunta dall'obitorio dell'ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona", nell'ultimo tratto, da via De Filippis (dove dimorava con la sua famiglia) alla chiesa di San Nicola, è stata trasportata a spalle dagli amici e preceduta da un lunghissimo corteo di altri giovani con corone di fiori bianchi. Ad accoglierla, il giovane parroco don Luigi Grimaldi. Tantissimi giovani, ma anche tanta gente comune, colpita dall'immatura morte di un giovane, ha affollato la Chiesa adorna di fiori e di luci. La folla si è stretta intorno a papà Vincenzo, a mamma Immacolata, alla sorella Giuseppina ed alla fidanzata Gerardina. Una famiglia nota nel centro metelliano. Il papà Vincenzo è un uomo discreto, dedito alla famiglia ed al lavoro. Sui loro volti i segni di un dolore straziante. I loro occhi erano fissi là, su quella bara, quasi a voler con la forza dell'amore restituire la vita a quel corpo esanime. La gente ne ha compreso il dolore ed ha voluto testimoniare con la presenza la partecipazione forte, calda. «Un dolore atroce, una morte crudele», ha affermato il prof. Pasquale Santoriello, suo insegnante alle scuole medie. «Si spegne il sogno di un giovane che già accarezzava un futuro ricco di soddisfazioni», aggiunge un altro. Tutti guardano là, su quelle panche, ai piedi dell'altare, alla famiglia distrutta, e pregano perché il Signore conceda la forza e la rassegnazione. A scuotere l'atmosfera è il grido di dolore levato dal giovane parroco, che ha chiesto al Signore perché non ha risparmiato una così giovane vita. Si è reso interprete di quel muto silenzio che aleggiava nella millenaria chiesa di Pregiato. «Ad ogni angolo delle strade, lungo i vicoli, da secoli, si incontrano crocifissi, testimoni del mistero della morte, ma accanto ad essi c'è sempre il segno della Resurrezione, della vita, dell'atto dell'amore. Tino, il carissimo Tino, con le parole del Cristo ci ammonisce. Non turbatevi, sono nella casa del Padre, vi ho preceduto per preparare un posto migliore». Don Luigi è commosso e lascia trasparire la sua partecipazione, ma sa anche infondere in tutti voci di speranza, di accettazione ai voleri del Padre e della caducità della vita terrena, che per il cristiano è solo un passaggio. Un lungo, lunghissimo applauso ha accompagnato l'ultimo viaggio di Tino per la sua Pregiato. «Un fiore tra i fiori», ha commentato una vecchina che lo aveva conosciuto da piccolo. Una scia di auto ha accompagnato Tino al cimitero. Fino all'ultimo gli amici hanno voluto testimoniare alla famiglia il grande affetto per l'amico Tino e la comprensione per i genitori, per la sorella e per la dolce fidanzata. Ora l'attenzione è tutta rivolta a comprendere la dinamica dell'incidente: lo scontro della B&W 250 di Tino con lo scooterone TMax Yamaha e poi con la B&W gialla che lo ha travolto. Si continuano ad esaminare i segni delle frenate lasciate sull'asfalto. Un tratto di strada, la Statale 18, estremamente pericoloso. Moltissimi gli incidenti, e molti mortali, purtroppo.
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