Tu sei qui: CronacaL'assessore D'Elia difende la sua azienda
Inserito da Il Salernitano (admin), giovedì 18 dicembre 2003 00:00:00
"La mia azienda è in regola con le prescrizioni. Io non ho mai sversato in modo illecito all'interno del torrente Cavaiola perché non avrei motivo di farlo. La mia azienda non è una conceria e quindi non ha bisogno di nessuna autorizzazione sanitaria". Queste le parole dell'Assessore al Turismo Bruno D'Elia che in qualità di proprietario dell'Azienda A.Da. Furs, che si occupa dell'allevamento dei cincillà e della produzione di capi d'abbigliamento con le pelli dei suddetti animali che però non vengono lavorate all'interno della struttura di Via Pasquale Santoriello ma in aziende dell'avellinese atte alla concia delle pelli, rigetta al mittente tutte le accuse di inquinamento ambientale e mancanza di autorizzazioni per la macellazione delle carni formulategli a seguito di un controllo da parte del nucleo dei Nas dei Carabinieri avvenuto nella giornata di lunedì scorso. Le accuse formulate però sembrano non stare in piedi. Infatti come spiega lo stresso imprenditore la sua attività non è una conceria: "Intendo subito chiarire. Punto primo. La mia azienda non ha bisogno di alcuna certificazione sanitaria in quanto le carni che vengono macellate nella sede le utilizzi come cibo per i miei cani". Una cantonata quindi delle autorità che al momento del controllo non hanno preso atto delle finalità della struttura di D'Elia, non atta alla lavorazione della materia prima pelle, ricavata dai cincillà allevati secondo le norme vigenti in ambienti molto spaziosi, ma al suo prelievo ed alla sua successiva trasformazione in prodotto finito, poi venduto alla clientela. Un tranquillo D'Elia inoltre ci tiene a sottolineare: "L'accusa di inquinamento ambientale- conclude il componente della Giunta Messina - delle acque del torrente Cavaiola che poi finiscono nel Sarno, non sussiste. Le mie pelli vengono lavorate non in sede ma preso alcune concerie dell'Irpinia. Ripeto il concetto. La mia non è una conceria. Non ho mai buttato uno spillo nella Cavaiola. Anzi ho più volte segnalato il pessimo stato delle acque davvero molto inquinate che scorrono nelle vicinanze della mia azienda e della casa ove abito. Un grosso errore dei Nas che hanno giudicato senza sapere". Una vicenda che troverà una repentina risoluzione perché non sta in piedi. L'imprenditore D'Elia rimane fiducioso.
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