Tu sei qui: CronacaL'Arcivescovo in visita ai malati
Inserito da (admin), mercoledì 16 febbraio 2005 00:00:00
In occasione della 13ª "Giornata del malato", Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava, si è recato a fare visita ai degenti ed agli operatori sanitari dell'ospedale civile metelliano. Il presule è stato accolto dal direttore del nosocomio, Vincenzo De Paola, che lo ha accompagnato nella visita ai vari reparti. Per tutti gli ammalati una parola di incoraggiamento e di conforto. Successivamente., ha concelebrato una santa messa con Padre Agnello Basile dell'ordine dei Frati minori, da molti anni cappellano dell'ospedale cavese. Hanno assistito alla sacra funzione molti ammalati, medici, infermieri, personale amministrativo, una delegazione dell'A.V.O. con la presidente Ernestina D'Amico, il presidente diocesano dell'Unitalsi, Vincenzo Prisco, e Giuseppe Battimelli, consigliere nazionale dell'Associazione Medici Cattolici Italiani e presidente della delegazione cavese. Nell'omelia Mons. Soricelli ha evidenziato l'importante ruolo dei medici: «Il vostro non è un lavoro, ma una vera e propria missione». Il presule ha, inoltre, messo in risalto anche l'importanza della pastorale della salute. Rivolgendosi ai malati presenti, li ha invitati a partecipare attivamente all'Eucarestia, perché «è un farmaco di vita e di speranza e, soprattutto, ristoro dello spirito». Un pensiero anche per gli ammalati del terzo mondo, che non hanno strutture idonee dove poter essere curati: «Sono in molti che quotidianamente muoiono, soprattutto in Africa, anche per mancanza di medicinali. Non dimentichiamoci neanche di quei fratelli che in questo continente sono colpiti dal flagello dell'Aids». Nei giorni scorsi, nella Concattedrale metelliana, è stata presentata la nota pastorale della CEI "Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia", illustrata da Mons. Giuseppe Betori. L'Arcivescovo Soricelli ha evidenziato nella sua presentazione: «Il pericolo di isolarsi e di camminare per conto proprio per una parrocchia e per una diocesi è sempre in agguato. Stiamo lavorando faticosamente per vincere l'individualismo ed il campanilismo e passare da una pastorale di conservazione ad una missionaria che coinvolga tutti».
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