Tu sei qui: CronacaIl destino di D'Amore nelle mani del Ris
Inserito da (admin), giovedì 4 maggio 2006 00:00:00
Il volto dell'ultrà, coperto dalla sciarpa con la scritta Ndc ("Noi di Cava") capovolta, era quello di Gerardo D'Amore? È stato lui a colpire con un calcio in pieno viso l'ispettore del reparto Radiomobile di Napoli, Francesco Lo Grande? Sarà il comandante del Ris di Roma a stabilire se le 14 foto impresse su un cd, ritrovato dalla Polizia in una cabina telefonica, sono attendibili. Ieri mattina il Gup Giordano, che in una precedente udienza aveva accolto la richiesta dei difensori di Gerardo D'Amore (Roberto Lanzi e Michele Sarno), ha deciso di avvalersi della perizia del Nucleo specializzato dei Carabinieri della capitale. L'incarico sarà conferito al comandante del Ris di Roma il prossimo 5 giugno.
Il supplemento di indagini nasce dalla richiesta avanzata dagli stessi legali di D'Amore, arrestato nel giugno del 2005 con l'accusa di aver preso parte al pestaggio dell'ispettore di Polizia napoletano. Il pool difensivo, infatti, aveva depositato una dettagliata consulenza tecnica a firma dell'ing. Giuseppe Falco, con la quale si metteva in dubbio l'autenticità delle foto usate dalla Polizia per incastrare D'Amore. Secondo i difensori, quelle foto sarebbero sgranate, poco attendibili e comunque non tali da consentire il riconoscimento del giovane ultrà. Il Gup Giordano ha ritenuto necessario, dunque, comparare i risultati della perizia difensiva con ulteriori accertamenti, stavolta eseguiti da un consulente nominato dalla Procura. La scelta è caduta sul Nucleo specializzato dei Carabinieri (Ris) con sede a Roma. Le 14 foto, insieme agli scatti fatti dalla Polizia ed ai filmati acquisiti da Rai Tre, saranno esaminate dagli uomini del Ris, che, grazie a sofisticati supporti tecnici, saranno in grado di accertare l'attendibilità degli scatti.
All'indomani degli scontri scoppiati durante il derby Cavese-Juve Stabia, si scatenò una vera e propria caccia al colpevole. Gli inquirenti risalirono al giovane ultrà grazie ad un collaboratore rimasto anonimo, che lasciò in una cabina telefonica, all'angolo tra Viale Marconi e via Talamo, un cd contenente ben 14 fotografie. Lo stesso uomo chiamò al Commissariato e, mantenendo l'anonimato, segnalò la presenza di una prova valida a smascherare il colpevole. La Polizia si mise al lavoro e, comparando gli scatti con le foto in loro possesso ed i filmati del Tg3, identificarono Gerardo D'Amore.
A quanto si apprese nelle ore dopo l'arresto, l'elemento chiave fu una sciarpa che, secondo la Polizia, l'ultrà indossava nel momento in cui avrebbe colpito con un calcio al volto il poliziotto napoletano, procurandogli una grave lesione alla colonna vertebrale. Secondo gli investigatori, sulla sciarpa era impressa la scritta Ndc ("Noi di Cava") ed era capovolta. I poliziotti riconobbero il volto dell'ultrà, che a quanto pare avevano già visto in occasioni delle trasferte della Cavese. Oggi, a quasi un anno dall'arresto, gli avvocati di D'Amore chiedono che si faccia chiarezza su quelle foto. La parola passa adesso agli esperti del Ris. La prossima tappa è fissata per gli inizi di giugno, quando il Nucleo di Roma, dopo il conferimento dell'incarico, si metterà al lavoro.
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