Tu sei qui: CronacaFurto in corsia, appello dei pediatri
Inserito da (admin), martedì 16 settembre 2003 00:00:00
Nessun segno di effrazione. Chi ha messo a segno il colpo aveva la copia delle chiavi del reparto. Sapeva quando entrare in azione e che cosa portare via. Per gli agenti della Polizia locale, diretti dal vicequestore aggiunto Sebastiano Coppola, non ci sono dubbi. Gli autori - si presume che i ladri siano più di uno - del furto milionario realizzato nel nuovo reparto di Pediatria, al terzo piano del "Santa Maria dell'Olmo", vanno ricercati tra il personale. «I ladri hanno nelle loro mani una scheda video sofisticata ed insostituibile. Senza quel pezzo, non potremo curare i bambini affetti da patologie neurologiche. Chiediamo che ci venga restituita»: è l'accorato appello lanciato dai pediatri dell'ospedale cavese ai ladri che, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, hanno portato via dalle corsie ancora chiuse al pubblico una serie di apparecchiature d'avanguardia: «Hanno rubato - spiega Mauro Budetta, responsabile del Polo di Neurologia pediatrica - una telecamera digitale ed un computer. Non si tratta di attrezzature di valore. Mi spiego meglio: i ladri ne potranno ricavare poco rivendendola ai ricettatori. Per noi, però, è insostituibile». Nel computer rubato era stata installata una scheda speciale, che viene usata solo per la lettura non stop dell'elettroncefalogramma: «Non possiamo farne a meno - continuano i pediatri - si tratta di un pezzo insostituibile. Sappiamo che forse sarà un tentativo a vuoto, ma chiediamo ai ladri di restituircela per il bene dei bambini ammalati». Secondo una prima ricostruzione fornita dalla Polizia, i ladri non sarebbero dei "visitatori" esterni, ma abituali frequentatori dell'ospedale. Ma non basta. Le indagini si concentrerebbero proprio attorno ai dipendenti, che, nella veste di talpa o di esecutori materiali, avrebbero sottratto l'apparecchiatura di ultima generazione, compromettendo, di fatto, l'avvio dell'attività del Polo di Neurologia pediatrica. Ad avvalorare quest'ipotesi investigativa ci sarebbero diversi indizi, venuti alla luce durante il primo sopralluogo eseguito alcune ore dopo la scoperta del fattaccio. I rilievi, eseguiti dagli uomini della Scientifica, hanno confermato che non ci sono segni d'effrazione: le porte e le finestre non sarebbero state manomesse. Ciò dimostra che chi è entrato per mettere a segno il colpo, lo ha fatto dalla porta principale, usando un doppione delle chiavi. Inoltre, il reparto, ancora chiuso al pubblico, era sottoposto, secondo una direttiva del direttore sanitario, ad una serie di controlli. Una precauzione risultata purtroppo inutile, perché i ladri conoscevano gli spostamenti dei "guardiani" e gli orari di controllo. Ma a dirottare le indagini su una pista interna ci sarebbe anche un altro indizio: l'obiettivo prescelto. I ladri, nonostante la possibilità di colpire al primo piano, e dunque a pochi passi dalla via di fuga dove si trovano gli uffici della Direzione, hanno preferito salire fino al terzo piano. Un rischio troppo alto per chi non conoscesse i movimenti dei dipendenti e dei pazienti. Riesplode la polemica, intanto, sulla mancanza di un drappello ospedaliero e di un servizio di vigilantes. Nei mesi scorsi, la dirigenza dell'Asl aveva inoltrato ai diversi presidi ospedalieri la richiesta per il reclutamento di personale interno, da impiegare come guardie giurate. Non si escludono, in merito, novità nei prossimi mesi.
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