Tu sei qui: CronacaEredità contesa, in guerra anche i frati
Inserito da (admin), lunedì 17 gennaio 2005 00:00:00
Un tesoro nascosto - da un miliardo di lire - diventa l'eredità contesa tra monaci, un veterinario ed un lontano parente. Ed una virgola mancata nel testamento ne farebbe cambiare l'interpretazione. La trama di un racconto o di un film? Macché, la pura realtà, tanto che a dirimere l'intricata matassa sarà il tribunale. Prossima udienza il 22 gennaio. Si chiamava Adolfo Margadonna, ispettore delle Poste in pensione, uomo solo, fervente cristiano, molto vicino al Convento di San Francesco di Cava, che diventa la sua famiglia, ma anche grande amante degli animali, in particolare di un cagnolino. Sente che si avvicina la fine e decide di fare testamento. L'appartamento dove vive, proprio sopra i portici, donato al Convento; 70 milioni di lire a chi ha curato il suo cane, il veterinario-esponente politico Emilio Maddalo, come donazione per realizzare un canile. Alla sua morte, l'appartamento è praticamente un deposito, con cose d'ogni tipo ammucchiate dappertutto, tanto che ci sono voluti ben 8 camion per portare via tutto, tra cui vestiti, alimenti scaduti, cianfrusaglie ed una busta di plastica buttata in un angolo. Sembra piena di cartacce, stanno per gettarla, ma dando un ultimo sguardo si scopre un vero e proprio tesoro. Lui, ex ispettore delle Poste; nella busta, naturalmente, buoni postali. E la sorpresa è ancora maggiore quando, tra lo stupore generale, si iniziano a contare i cedolini. Un milione, due milioni...fino a ben 600 milioni di lire, che con gli interessi oggi valgono circa 500mila euro. Intanto, la notizia della morte di Adolfo arriva ad un lontano nipote che abita a Livorno, Elio Baldi, che senza la presenza del testamento sarebbe l'unico erede. E così, Baldi avvia un'azione legale chiedendo l'annullamento del testamento. Ma i monaci hanno già venduto l'appartamento ad un commerciante di frutta del mercato di Pagani, per 150mila euro utilizzati per ricostruire la chiesa, mentre vengono bloccati i 70 milioni di lire di Emilio Maddalo. Resta il tesoro, del quale, però, non si trova traccia nel testamento. I monaci lo rivendicano in quanto ritrovato nell'appartamento, che con tutto il suo contenuto, secondo loro, è stato donato al Convento. Lo rivendica anche Maddalo per destinarlo alla realizzazione di una fondazione per la costruzione di un canile. Rivendica tutto, invece, Elio Baldi. Così si finisce in tribunale.
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