Tu sei qui: CronacaDelianuova, assolti due tifosi aquilotti
Inserito da Mario Pagliara (admin), martedì 2 marzo 2004 00:00:00
Assolti con formula piena per non aver commesso il fatto: sono le prime assoluzioni per gli ultras della Cavese imputati nel maxi-processo aperto dopo gli incidenti del 3 novembre 2002 in seguito alla partita Delianuova-Cavese. Il giudice monocratico Cananzi del Tribunale di Palmi ha assolto due giovani tifosi aquilotti, Claudio Santoro, 24 anni, e Gerardo Vitale, 23, coinvolti negli incidenti in Aspromonte. I due sono, dunque, risultati vittime degli scontri e non certo aggressori, come ha tentato di dimostrare l'accusa. Santoro e Vitale furono tra quei giovani di Cava che rimasero coinvolti nei gravissimi scontri nel paese dell'Aspromonte orientale. Un successo professionale importante per gli avvocati Francesco Barbuti ed Elio De Rosa, legali di Santoro, e per l'avvocato Antonietta Vitale, difensore di Gerardo Vitale. Una sentenza addirittura "storica", la prima che parla di assoluzione per i tifosi aquilotti a Delianuova, il cui contenuto potrebbe essere anche considerato un precedente negli altri processi ancora in corso a carico di altri ultras della Cavese per quel giorno in Calabria. Ieri mattina, con la lettura della sentenza intorno alle 13, si è scritta la parola fine sul procedimento a carico di Santoro e Vitale. Soddisfazione tra i difensori. «Finalmente è stata fatta chiarezza piena - spiegano gli avvocati Barbuti e Vitale - su quanto avvenne a Delinuova. Claudio Santoro e Gerardo Vitale sono due ragazzi che sono stati costretti a subire questo procedimento penale nonostante che non vi fosse uno stralcio di prova contro di loro. Anzi, sono stati loro ad essere aggrediti. Il nostro augurio è che vi possa essere una soluzione simile anche per gli altri ragazzi imputati. Quello passato è un giorno importante, perché abbiamo smantellato tutta una costruzione montata ad arte contro la città. Siamo molti soddisfatti». Il capo d'accusa che pendeva su Santoro e Vitale (nell'ambito della speciale regolamentazione per la violenza negli stadi) verteva su lancio di sassi, ferri e piante contro i tifosi locali. La storia dei due giovani è molto diversa da quella di tanti altri ragazzi giunti a Delianuova. Loro, infatti, insieme ad altri 3 amici, erano arrivati con una vettura privata nel centro calabrese. Quando giunsero i pullman con i tifosi organizzati (questo accadeva a 20 minuti dalla fine della gara, poi scoppiarono gli incidenti), i due erano già nel campo sportivo e stavano assistendo alla partita dopo aver pagato regolarmente il biglietto. Furono completamente estranei, anche per un fattore di posizionamento logistico, agli incidenti scoppiati all'esterno della struttura. Non sono risultate prove schiaccianti contro i due giovani nell'impianto dell'accusa. Un altro dato determinante è stata l'impossibilità dimostrata dai Carabinieri di avanzare i riconoscimenti nei confronti dei giovani. Dopo la sentenza emessa ieri, è stato fatto un primo passo avanti nella ricostruzione dei fatti. Molto tempo dopo gli scontri, un gruppo di ultras consegnò un voluminoso dossier alla magistratura per cercare di fare chiarezza sull'argomento e ricostruire tutti i particolari di quel pomeriggio di follia a Delianuova.
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