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Cronaca

Croce, le discariche della vergogna

Inserito da Il Salernitano (admin), venerdì 4 luglio 2003 00:00:00

«Uno scorcio di Cava de' Tirreni, di rara bellezza, da secoli inframezzato dallo scampanio del bestiame al pascolo, deturpato da tonnellate di rifiuti derivanti da scarichi abusivi di materiale edile e, finanche, da carcasse di auto abbandonate»: esordisce con queste parole Daniela Zuppetti, membro della Commissione Ambiente della neonata associazione socio-politica "Polis", coordinata da Enzo Gallo. La zona in questione è quella della frazione Croce di Cava e, in particolare, quella della strada che porta fino al Comune di Pellezzano. Dunque, "Polis" continua il suo "viaggio-denuncia" attraverso le discariche abusive presenti in Vallata e, dopo aver sollevato lo stato di degrado delle "Grotte del Bonea", in località Avvocatella, porta all'attenzione di chi di dovere (il rapporto dettagliato verrà inviato agli organi ambientali competenti) lo stato della strada "Cava-Pellezzano". Poche centinaia di metri di asfalto, ai cui lati ci sono ampie distese di macchia mediterranea, che vanno a "lanciarsi" verso il centro della Vallata. Ebbene, percorrendo questa strada, quasi si stenta a credere ai propri occhi. Sono decine, infatti, le discariche abusive che sorgono ai margini della carreggiata e che continuano per decine di metri nella boscaglia del vallone. Tonnellate di rifiuti, per lo più materiali edili di risulta, ma anche carcasse di elettrodomestici, rifiuti pericolosi (come materiali derivanti dalla bonifica dell'amianto), addirittura carcasse di automobili senza targa e senza ulteriori segnali che possano far risalire ai vecchi proprietari. Ne sono state contate ben 4, di cui 2 date alle fiamme. Un "metodo" molto economico per evitare di pagare la demolizione della vecchia autovettura. Insomma, un vero e proprio scempio ambientale, che va a deturpare un bellissimo percorso panoramico. Da questa strada si può scorgere, infatti, l'intera Vallata metelliana, fino alle zone dell'Agro nocerino-sarnese. «Come promesso - spiega Daniela Zuppetti - stiamo continuando a monitorare le discariche abusive presenti sul territorio. Non è possibile continuare a far finta di non sapere. Urgono maggiori controlli. Il Comune ha assunto ben 40 volontari e farebbe bene a creare delle squadre che possano vigilare, in maniera costante, sui siti a rischio. Le sanzioni ci sono, e sono pure elevate. Si tratta di organizzare un controllo maggiore. A giorni, comunque, segnaleremo alle competenti autorità territoriali lo stato di degrado della zona». Ha ragione, la signorina Zuppetti, quando parla di sanzioni: il divieto di abbandono, un concetto cardine della normativa sui rifiuti, è stabilito fin dalla legge Merli del lontano 1976. Legge che contiene uno sbarramento generale, in quanto proibisce in senso assoluto l'abbandono ed il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo. «Il sistema sanzionatorio per l'abbandono dei rifiuti - continua la Zuppetti - è articolato nel seguente modo. Per i privati che violano il divieto è prevista una sanzione amministrativa. Se, invece, il divieto in questione è violato dai titolari di imprese ed enti, scatta una sanzione penale che contempla finanche l'arresto. Inoltre, a carico del soggetto responsabile delle violazioni vi è l'obbligo della rimozione, del recupero, dello smaltimento e del ripristino dello stato dei luoghi in cui è avvenuta la violazione stessa. Naturalmente, nel tutto ha ampie responsabilità il sindaco, che è tenuto a far rispettare la legge, in quanto la suddetta prassi è vincolante ed obbligatoria per l'Amministrazione comunale». "Polis", comunque, non ferma la sua azione. Nei prossimi giorni, infatti, sono previsti nuovi sopralluoghi per scorgere ulteriori siti deturpati dalle discariche abusive. Un fenomeno in espansione, che investe vari angoli di una città che vorrebbe fregiarsi di un'identità turistica, che al momento, però, latita.

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