Tu sei qui: CronacaAlfa Crediti, Unione Consumatori all'attacco
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 24 marzo 2003 00:00:00
Ritorna d'attualità la questione Alfa Recupero Crediti, la società di Nocera Inferiore, investita, nei primi mesi del 2001, dall'Amministrazione Fiorillo di recuperare i crediti che il Comune vantava nei confronti di circa 8.000 utenti morosi, per le cartelle esattoriali Ici, Iciap ed acquedotto. Incarico che si è protratto fino al 2002. Potrebbero, infatti, essere illegittime le somme corrisposte, come spese a carico dei contribuenti morosi, relative all'azione di recupero dell'Alfa. «Le nostre perplessità sulla piena regolarità di quell'operazione - dichiara l'avv. Luciano D'Amato, presidente della delegazione metelliana dell'Unione Nazionale Consumatori - hanno avuto un riscontro attraverso un recentissimo pronunciamento del tribunale di Roma. Ora attendiamo il dispositivo della sentenza». Il Comune di Cava, nella passata Amministrazione, decise, in adozione del regolamento generale delle entrate, di effettuare la riscossione diretta di tutti i tributi. Si valutava un risparmio di circa 400 milioni di lire, rispetto ai 500 riconosciuti come agio alla società Etr, che svolgeva le funzioni di esattoria per quasi tutti i tributi comunali. L'azione di recupero nei confronti dei morosi, attraverso un primo tentativo extragiudiziale, fu affidata all'Alfa. Oltre alle sanzioni per il ritardato pagamento, era a carico dell'utente moroso un'ulteriore aliquota del 12% + Iva, relativa alle competenze per l'azione extragiudiziale condotta dalla società nocerina. «La sentenza romana - continua l'avv. D'Amato - ha disposto l'illegittimità delle ulteriori spese a carico degli utenti per il ritardato pagamento. Tutte le somme occorse per l'azione di recupero vanno ascritte al rapporto contrattuale tra chi richiede il servizio e chi lo effettua e non devono ricadere su chi è moroso e già paga interessi e mora. Inoltre, a conti fatti, c'è stata addirittura una disparità tra chi ha pagato attraverso l'Alfa e chi ha ricevuto un decreto ingiuntivo, che, oltre alla sorta capitale, viene gravato solo degli interessi e di 6 euro di spese». Una nuova pioggia di ricorsi potrebbe, quindi, ricadere sul Comune. «Alla luce degli sviluppi di questa sentenza - conclude Luciano D'Amato - stiamo valutando la possibilità, a favore dei contribuenti che hanno pagato somme maggiorate, di ricorrere legalmente per il risarcimento di quanto, eventualmente, non dovuto. Pertanto, siamo a disposizione di quanti si sono trovati in questa situazione».
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