Tu sei qui: CronacaAddio a Romano, l'anti-Abbro del Pci
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 13 febbraio 2003 00:00:00
Improvvisa, nella tarda serata di martedì, è giunta la notizia: si è spento Riccardo Romano. La voce si è diffusa in un battibaleno nella città e, malgrado il freddo, si sono immediatamente formati molti capannelli lungo i portici. Con Romano scompare un'altra parte della lunga storia politica cavese. Il senatore viveva dal 1976 ad Agropoli con la figlia, ma il suo cuore era qui, a Cava, la sua città, fra quei cittadini che amava e che per oltre 50 anni lo hanno ricambiato di un amore forte. Riccardo Romano era nato a Cava nel 1922. Docente di Letteratura, si era iscritto al Pci giovanissimo e già dal 1946 ne era diventato un vero e proprio leader. Consigliere comunale e provinciale, assessore comunale nella Giunta Sammarco, da indipendente guidò una coalizione di sinistra; è stato anche deputato e senatore della Repubblica. Ma la sua vera storia politica è stata quella vissuta nella città metelliana. Avversario prima del sindaco Gaetano Avigliano, democristiano, e successivamente di Eugenio Abbro, monarchico passato alla Dc. Sono stati loro, Abbro e Romano, i veri protagonisti della storia cittadina: uno sui banchi della maggioranza, l'altro a guidare l'opposizione. Il sindaco Alfredo Messina, appresa la notizia, ha raggiunto immediatamente Agropoli. «Ho ancora negli occhi - dice commosso - la cerimonia dei suoi 80 anni. Nonostante il male che lo tormentava, voleva sapere della città, delle vicende e non mancò di sottolinearne alcuni problemi. Con lui muore una parte della città, della sua storia». Mario Esposito, compagno di partito, grande amico, consigliere comunale e provinciale del Pci, commenta: «Muore con lui una parte di me. Il mio cuore è triste. Ricordo la sua passione politica ed il suo grande realismo». Franco Bruno Vitolo, intellettuale di sinistra, afferma: «Riccardo Romano fu il vero intellettuale organico. Seppe parlare al popolo, ne aveva colto sentimenti ed aspirazioni. Ricordo i comizi in piazza Mazzini del 1° maggio: erano un vero e proprio trionfo personale». L'ex sindaco Raffaele Fiorillo, diessino, rivela: «È stato per tanti di noi un vero maestro. Ci ha indicato la via dell'azione e del servizio. Uomo integerrimo e severo, pieno di passione quando si trattava di combattere per i lavoratori». Così Sebastiano Lambiase, operaio, fedelissimo del compagno Riccardo: «Un amico, un fratello è andato via». Ed ancora, Alfonso Senatore di An: «Aveva rispetto delle posizioni avversarie». Gaetano Panza, leader dell'ex Psi: «Ricordo le grandi battaglie condotte negli anni '50. Il suo stile di fare politica era quello di un vero leader». Flora Calvanese, già deputato al Parlamento ed ex assessore all'Urbanistica, commenta: «Sarà ricordato soprattutto perché ha fatto scuola nel partito, ha permesso che maturassero politicamente tanti giovani. Ci ha insegnato che la politica ha un senso se è supportata da tensione morale, altrimenti diventa "affaire"». I suoi lo indicavano solo con il nome: Riccardo. La città intera lo piange e si stringe intorno alla moglie ed alla figlia. Niente funerali ufficiali, la salma sarà trasportata direttamente al cimitero di Agropoli. Se ne è andato in silenzio, come desiderava. In maniera schiva, così come ha sempre vissuto.
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