Tu sei qui: CronacaAbbro e Romano, piazze in discussione
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 17 febbraio 2003 00:00:00
Il sindaco Messina riconferma la volontà di intitolare Piazza Roma ad Eugenio Abbro, nonostante la petizione popolare. Flora Calvanese incassa e rilancia: anche Riccardo Romano merita una piazza, per le stesse ragioni addotte da Messina per rendere omaggio ad Abbro, modificando la toponomastica. Anche Romano, del resto, è una figura importante nella storia politico-amministrativa di Cava. Mercoledì scorso, il sindaco aveva chiuso, esprimendo parere negativo, la vicenda apertasi con la petizione popolare volta ad ottenere il ritorno al vecchio nome di Piazza Roma. «L'intitolazione ad Abbro è stata legittimata dalla Prefettura - spiega il primo cittadino - che, in deroga alla legge che stabilisce il passaggio di almeno 10 anni dalla morte del personaggio cui rendere omaggio, ne ha autorizzato l'intitolazione. Una deroga fatta in considerazione dell'alta personalità di Eugenio Abbro». La decisione finale ha lasciato l'amaro in bocca a quanti avevano firmato la petizione, non certo contro Abbro, ma perché Piazza Roma era il simbolo dell'Unità d'Italia. A poche ore, intanto, dalla morte del senatore Riccardo Romano, la diessina Flora Calvanese lancia l'idea di intitolare una piazza all'ex leader del Pc, animatore di tante battaglie in favore della città e dei suoi abitanti. «Proponiamo - invita la Calvanese - Piazza Lentini o Piazza Vittorio Emanuele III. La prima perché è la piazza storica dell'ex Pci e dello stesso Riccardo Romano, la seconda per cancellarne l'intitolazione a Vittorio Emanuele III». La Calvanese sa che Messina si è già impegnato per dedicare Piazza Lentini all'avvocato Mario Amabile (nato lì, in uno dei palazzi abbattuti dopo il terremoto), ma non demorde: «Piazza Lentini è il luogo dei trionfi elettorali di Romano, del suo incontro forte con la gente. È in quella piazza che si affacciava la sede dell'ex Pci». «Lì - aggiunge lo storico Franco Bruno Vitolo - l'intellettuale organico Riccardo Romano dialogava con il suo popolo. Ricordo i cortei all'inizio ed alla fine dei comizi. Era un trionfo personale, che si traduceva in quello del partito». Seconda ipotesi: Piazza Vittorio Emanuele III. «È giusto cancellare l'intitolazione - sbotta Flora Calvanese - ad un re che ci ha regalato il fascismo e la seconda guerra mondiale, che tanti lutti e rovine arrecò al Paese, e soprattutto perché, nel momento in cui occorreva coraggio, si rivelò il re della fuga. È più giusto darle il nome di un uomo che non solo ha partecipato, pur sui banchi dell'opposizione, alla crescita civile della città, ma, ancor più, perché ha avuto il coraggio di essere all'opposizione in un momento particolarmente difficile per la storia del Paese». La proposta certamente susciterà in città contrapposizioni e polemiche. «Non credo - continua la Calvanese - che uomini come Abbro o Romano meritino polemiche. Il nostro "no" a Piazza Roma non era contro Abbro, anzi, sostenemmo che era necessario dargli il giusto riconoscimento, intitolandogli ciò nel quale era leggibile il suo operare, la sua storia politico-amministrativa. Messina, invece, ha optato per Piazza Roma. Vorremmo che con Riccardo Romano, definito da lui stesso testimone dei valori di libertà, di giustizia sociale e di democrazia, usasse gli stessi parametri».
LE REAZIONI
Il sindaco Messina favorevole a Piazza Romano. Tanti consensi e qualche mugugno per la proposta della Calvanese
Ha colpito nel segno l'appello lanciato dalla diessina Flora Calvanese di onorare la memoria del senatore Riccardo Romano con l'intitolazione di una piazza. Molte le posizioni, ma anche qualche punta di indifferenza. «Credo che la mossa di Flora Calvanese - afferma il segretario diessino, Franco Prisco - sia stata una provocazione per mettere con le spalle al muro il sindaco Alfredo Messina, che, con l'intitolazione ad Abbro di Piazza Roma, ha innescato un perverso meccanismo. Le intitolazioni andrebbero discusse unitariamente. Non ci si può dividere sulla memoria di un benemerito». Gaetano Troiano, invece, recependo il sentimento comune su Piazza Duomo, afferma: «Piazza Vittorio Emanuele III deve diventare Piazza Duomo, così come oggi è conosciuta. È la piazza prospiciente la Cattedrale e per secoli è stata il luogo dell'aggregazione dei cavesi. Lì si sono riuniti i consoli dell'Universitas de la Cava per le decisioni importanti. Non può essere intitolata a Riccardo Romano, pur riconoscendo i suoi meriti». «Indubbiamente, la scelta più felice per Riccardo Romano - interviene Enzo Servalli, già segretario dei diessini - è Piazza Mazzini, che racchiude tutta la storia dell'ex Pci e della grande passione politica ed umana del senatore. Per l'avvocato Mario Amabile, che pure tantissimi meriti vanta, si potrebbe pensare ad un'altra soluzione adeguata ed idonea all'uomo ed alla sua opera». Per altri, e non sono pochi, le querelle sull'intitolazione delle piazze sono oziose. I problemi della città sono altri: occorre recuperare il ruolo e l'identità del passato, assicurare una migliore vivibilità e, soprattutto, sicurezza. Alfredo Messina ha seguito le varie posizioni, senza scendere in polemica: «Già all'indomani della morte del senatore Romano, avevo pensato che la città dovesse tributargli il dovuto omaggio, anche con l'intitolazione di una strada o di una piazza. Lasciarsi trascinare in polemiche non ha senso». Non aggiunge altro, il sindaco metelliano, ma il suo staff è già al lavoro per predisporre il materiale che dovrà servire eventualmente per superare il limite imposto dei 10 anni.
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